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Perché gli imprenditori italiani non fanno Marketing?

  • Immagine del redattore: Valentina Alberti
    Valentina Alberti
  • 31 gen 2022
  • Tempo di lettura: 4 min

Il Marketing è quella disciplina che studia, sviluppa e gestisce strategie di comunicazione ragionate al fine di portare vantaggi tangibili alle aziende. In parole molto povere, fornisce più clienti e guadagni alle aziende: un abominio, secondo molti imprenditori e imprenditrici italiani.


imprenditore italiano al computer in difficoltà


Mere finalità di marketing


Durante un martedì uggioso di gennaio, mi è arrivato un messaggio interessante su WhatsApp. Ti cito la parte che mi ha colpita di più:


"Non ritengo questa scelta opportuna per mere finalità di marketing. [...]

Non voglio costringere i clienti a comprare attraverso trucchetti e magheggi! Le persone devono conoscere i servizi che offriamo e poi scegliere liberamente se vanno bene sulla base della fiducia reciproca. [...] Non possiamo opprimere i clienti con la pubblicità, altrimenti scappano".


Specifico subito che la scelta di cui si discuteva era perfettamente etica, addirittura favorevole agli interessi dei clienti. Perciò, il problema vero e proprio non era tanto la scelta, quanto la concezione che l'autore del messaggio ha del marketing. Spostiamo l'attenzione su di lui e sulle sue opinioni.


Te lo descrivo a grandi linee. Lo definirei il prototipo perfetto dell'uomo d'affari italiano medio: un uomo, sulla cinquantina, con 25 anni di esperienza a fare lo stesso lavoro nell'ambito business (non ci è dato sapere se sia bravo o meno, tanto in Italia contano solo gli anni di esperienza), quindi con la convinzione di essere infallibile e di sapere tutto. Non se ne intende minimamente di marketing a livello professionale, non l'ha mai studiato; basa i suoi giudizi esclusivamente sulla sua esperienza diretta da consumatore, pensando fermamente che sia meglio stare alla larga da qualsiasi pratica di vendita collegabile al marketing.


Ora che ci penso, forse è il nome in inglese che intimorisce. Lo senti come suona male mar-ke-ting? Peccato che sia piuttosto sciocco farsi guidare dai pregiudizi e disprezzare qualcosa senza conoscerla.



L'etica vince sui soldi


In teoria, il marketing sarebbe qualcosa di essenziale per le aziende. Permette di vendere prodotti unici dal resto della concorrenza, di conquistare la fiducia dei consumatori e, tra le tante cose, di aumentare i guadagni sul lungo periodo. Viste le sue numerose proprietà benefiche, dovrebbe essere considerato come un investimento sul lungo periodo che fa parte dell'organizzazione aziendale.


Scrivo al condizionale perché qui in Italia molti imprenditori e imprenditrici non contemplano affatto questa concezione del marketing. Lo ripudiano, proprio come ha dimostrato l'autore del messaggio qui sopra, poiché viene associato alla pubblicità ingannevole, estenuante e manipolativa. Evoca sensazioni spiacevoli, un po' come quando le aziende ti tampinano di email, telefonate e annunci con la speranza di farti comprare i loro prodotti scadenti.


Per l'uomo/donna d'affari italiano medio, il marketing è quindi una pratica volgare che ha l'unico obiettivo di vendere, il più delle volte in modo poco etico ed elegante, invadendo la sfera personale dei consumatori. Sempre secondo questa visione, un'azienda che fa marketing è davvero meschina perché, per il mero scopo di vendere e guadagnare, persuade le menti dei consumatori, instilla falsi desideri nelle loro menti e spinge all'acquisto compulsivo con una forza inarrestabile.


Ad una prima analisi, sembrerebbe che, apparentemente, l'etica abbia la maggiore sui soldi. Apparentemente, perché questa compare magicamente quando è ora di pagare le tasse (*frecciatina all'evasione fiscale).


Cosa si cela dietro a questo disprezzo per il marketing, nonostante sia una disciplina fondamentale per la crescita delle aziende? Andiamo a fondo della questione nel prossimo paragrafo.

etica vince sui soldi sul piatto della bilancia


Le quattro cause dell'astio verso il marketing


Ho trovato quattro cause sociologicamente plausibili per il cui marketing viene disprezzato dagli imprenditori e dalle imprenditrici italiani.


  • Le imprese del nostro paese sono mediamente piccole, molto piccole. In questo contesto, la mentalità della crescita e dell'espansione non è maggioritaria tantomeno diffusa, impendendo al marketing di dimostrare la sua effettiva utilità. Essendo un investimento da portare avanti sul lungo periodo, la spesa da sostenere non è facilmente sostenibile da aziende piccole, con un budget limitato.

  • La cultura cattocomunista, la vera radice dell'attuale mentalità imprenditoriale italiana, vede sia il successo che il guadagno come aspetti negativi, in quanto portano benefici immediati al singolo individuo ma non alla collettività. In sostanza, va bene fare soldi, ma non troppi; va bene vedere la propria azienda crescere, ma senza eccedere. La vera virtù di un imprenditore sta nel continuare a vivere nell'umiltà, nel sacrificio e nella modestia senza manie di grandezza.

  • Il risparmio è una caratteristica del tutto italiana. Dalle ultime statistiche è emerso appunto che l'Italia è il primo paese in Europa per quantità di denaro risparmiato. Alla luce di ciò, immediatamente diventa più chiara la motivazione per cui la spesa che necessita il marketing sia considerata uno spreco di risorse, accessorio e superfluo: va contro la cultura del risparmio. Perché pagare per vendere quando ci sono mille altri modi gratuiti per farlo?

  • L'alta tassazione che grava sulle tasche delle aziende italiane, diminuisce ancora di più la propensione degli imprenditori e delle imprenditrici a investire in attività di promozione a pagamento.


Come puoi notare, la costruzione sociale dell'economia italiana influenza enormemente la percezione riguardo al marketing. Esiste una vera e propria barriera fatta di tradizioni, credenze e valori completamente in antitesi con lo spirito di crescita tipico di questa disciplina aziendale, impendendo agli imprenditori e alle imprenditrici di avvicinarsi in modo proattivo.


crisi economia italiana grafico in discesa


Riflessione finale


In questo articolo abbiamo esplorato la concezione negativa del marketing che molti imprenditori e imprenditrici italiani hanno. Abbiamo scoperto che le radici della questioni risalgono alla mentalità economica diffusa nel paese: le dimensioni delle aziende, la cultura cattocomunista e la tendenza al risparmio sono tre elementi che impediscono la diffusione del marketing su tutto il territorio in modo omogeneo.


Per concludere, ti lascio alcune domande su cui riflettere. Non ci sono risposte giuste o sbagliate: il mio obiettivo è portare la tua consapevolezza verso il tema della percezione del marketing in Italia.


1. Cosa ti viene in mente quando leggi la parola marketing?

Esplora il significato che attribuisci al termine.


2. Secondo la tua esperienza, il marketing è un vantaggio o uno svantaggio per i consumatori?

Approfondisci il rapporto che hai con il marketing.


3. E per le aziende?

Scopri quale mentalità imprenditoriale hai.


Infine, sarei molto felice se tu condividessi i tuoi pensieri con me. Inviameli con un messaggio privato su Instagram (@albertivalentina__), Facebook (Valentina Alberti) o qui sul blog.



A presto e buona riflessione!



 

NOTE



 
 
 

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